martedì 17 aprile 2012

dal sito del CSI

La morte di Morosini mi ha toccato profondamente anche per il clamore mediatico che la sua professione ha, inevitabilmente, provocato.
Ciò che però mi ha più colpito e lasciato qualcosa dentro è la storia di questo ragazzo e di come era leggendo i racconti di chi, nel mondo del calcio e non, lo aveva conosciuto.
Sul sito del CSI ho trovato un pezzo che ben racchiude ciò che mi sembra importante dire rispetto a questo evento.

L'ESEMPIO DI PIERMARIO MOROSINI

Quasi esaurito il grande clamore mediatico – per giorni interi ne hanno parlato tv, radio e giornali - è arrivato il momento di ricordare Piermario Morosini lontano dai riflettori; con autenticità e sincerità. Come? Proponiamo a tutte le nostre società sportive di iniziare il primo allenamento della settimana con un momento di preghiera e di ricordo dedicato a Morosini, parlandone e spiegando ai ragazzi nello spogliatoio, perché di queste preghiere e di questi momenti di riflessione. Ci sembra un modo concreto e semplice di ricordare un ragazzo che nella sua breve e “semplice“ vita, Piermario è stato un esempio per i ragazzi ed un campione nella vita. Fuori dal campo ha dimostrato che è possibile avere fiducia nella vita quando la vita non ha fiducia in te (ha perso mamma, papà, fratello nel giro di pochi anni); che è possibile sorridere quando la vita non ti sorride; che è possibile avere speranza quando tutto sembra andare male… Ecco perché consideriamo Piermario un “bell’esempio” per i giovani ed un campione che merita di essere ricordato nella semplicità e nell’autenticità di ogni nostro spogliatoio. Piermario ha cominciato a giocare nella squadra di un oratorio bergamasco, quello del Monterosso, ed ha partecipato più volte a “Sportgiovane”, una delle manifestazioni più importanti del Csi orobico. La sua presenza nei momenti di gioia e di gioco libero dei ragazzi che ogni estate si raccolgono attorno a SportGiovane, racconta pi di un trattato di una scelta di vita. Se parliamo di semplicità dell’animo, Piermario ne era esempio perché amava stare con i bambini e i ragazzi. Se parliamo di semplicità, Piermario era semplice perché pur essendo un atleta della disciplina sportiva in assoluto più seguita, pagata e adorata della società contemporanea, era rimasto un giovane “alla mano”. Questo è grandioso. Perché possiamo immaginare quanto sia difficile vivere in un mondo dorato, dove privilegi e tentazioni sono all’ordine del giorno e continuare ad essere il ragazzo di oratorio delle origini. Per questo diciamo: Piermario è un esempio. Per questo chiediamo ai dirigenti: spiegatelo ai ragazzi e insieme rivolgiamo una preghiera al buon Dio affinché accolga in un abbraccio affettuoso questo giovane così duramente segnato dalle difficoltà e dalle sofferenze più drammatiche.

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