La morte di Morosini mi ha toccato profondamente anche per il clamore mediatico che la sua professione ha, inevitabilmente, provocato.
Ciò che però mi ha più colpito e lasciato qualcosa dentro è la storia di questo ragazzo e di come era leggendo i racconti di chi, nel mondo del calcio e non, lo aveva conosciuto.
Sul sito del CSI ho trovato un pezzo che ben racchiude ciò che mi sembra importante dire rispetto a questo evento.
L'ESEMPIO DI PIERMARIO MOROSINI
Quasi esaurito il grande clamore mediatico – per giorni interi ne hanno parlato tv, radio e giornali - è arrivato il momento di ricordare Piermario Morosini lontano dai riflettori; con autenticità e sincerità. Come? Proponiamo a tutte le nostre società sportive di iniziare il primo allenamento della settimana con un momento di preghiera e di ricordo dedicato a Morosini, parlandone e spiegando ai ragazzi nello spogliatoio, perché di queste preghiere e di questi momenti di riflessione. Ci sembra un modo concreto e semplice di ricordare un ragazzo che nella sua breve e “semplice“ vita, Piermario è stato un esempio per i ragazzi ed un campione nella vita. Fuori dal campo ha dimostrato che è possibile avere fiducia nella vita quando la vita non ha fiducia in te (ha perso mamma, papà, fratello nel giro di pochi anni); che è possibile sorridere quando la vita non ti sorride; che è possibile avere speranza quando tutto sembra andare male… Ecco perché consideriamo Piermario un “bell’esempio” per i giovani ed un campione che merita di essere ricordato nella semplicità e nell’autenticità di ogni nostro spogliatoio. Piermario ha cominciato a giocare nella squadra di un oratorio bergamasco, quello del Monterosso, ed ha partecipato più volte a “Sportgiovane”, una delle manifestazioni più importanti del Csi orobico. La sua presenza nei momenti di gioia e di gioco libero dei ragazzi che ogni estate si raccolgono attorno a SportGiovane, racconta pi di un trattato di una scelta di vita. Se parliamo di semplicità dell’animo, Piermario ne era esempio perché amava stare con i bambini e i ragazzi. Se parliamo di semplicità, Piermario era semplice perché pur essendo un atleta della disciplina sportiva in assoluto più seguita, pagata e adorata della società contemporanea, era rimasto un giovane “alla mano”. Questo è grandioso. Perché possiamo immaginare quanto sia difficile vivere in un mondo dorato, dove privilegi e tentazioni sono all’ordine del giorno e continuare ad essere il ragazzo di oratorio delle origini. Per questo diciamo: Piermario è un esempio. Per questo chiediamo ai dirigenti: spiegatelo ai ragazzi e insieme rivolgiamo una preghiera al buon Dio affinché accolga in un abbraccio affettuoso questo giovane così duramente segnato dalle difficoltà e dalle sofferenze più drammatiche.
martedì 17 aprile 2012
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